Casomai
Un film di Alessandro d'Alatri con Fabio Volo alla sua prima parte di attore e l'eccezionale Stefania Rocca.
Pur avendo tutti gli ingredienti del film d'amore, nelle intenzioni del regista, CASOMAI è un film sull'amore.
Le motivazioni che portano a sposarsi spesso appaiono chiare e solide a chi intraprende il grande passo. Ma, oggi più che mai, tante piccole trappole possono portare una giovane coppia di sposi a veder infrante le certezze su cui si è voluto costruire il proprio rapporto.
Sembrano luoghi comuni:
La pressione degli amici;
L'ingerenza dei genitori sui fidanzati;
Lo stress del lavoro;
L'ambiente urbano in cui si vive (ad esempio una grande città);
La difficoltà a gestire la presenza di un bambino;
La cultura divorzista e abortista dentro cui viviamo;
La facilità con cui certe donne (e certi uomini) attentano al matrimonio degli altri non facendosi scrupolo di istigare all'adulterio (In fondo lo fanno quasi tutti…..????????????);
Sembra facile evitare queste difficoltà quando tutto va bene, ma il film riesce a dimostrare che è la vigilanza di ogni giorno sul rapporto d'amore con l'altro che può scongiurare il crollo improvviso di tutti i propri ideali.
Il regista D'Alatri si accorge della "solitudine cui sono condannate le persone che si amano. Soprattutto se nel percorso d'amore si sono tuffate con serietà e impegno. Spesso diventano per il mondo noiosi, troppo definiti, e in qualche caso anche pericolosi…o per lo meno destabilizzanti".
Un'immagine ricorrente nel film esprime bene la bellezza e la difficoltà del rapporto di coppia: è quella dei due ballerini che pattinano sul ghiaccio, eleganti, belli, ma costretti a separarsi e a incontrarsi di nuovo mantenendo un sincronismo perfetto, un affiatamento consolidato; rischio: il cadere malamente a terra.


E Dio?
Anche qui un luogo comune: Dio serve solo il giorno del matrimonio, magari in una chiesa bella; fa da coreografia, come i fiori, l'abito da sposa e il ricevimento.
Ilfilm non parla di Dio, ma fa parlare del matrimonio a un sacerdote. E' una provocazione silenziosa, che chi vuole, può raccogliere. Come dire: Chi ha da intendere intenda!
Perché questo titolo, CASOMAI?
Risponde D'Alatri: "Perché è uno dei modi di dire a cui siamop più soliti ricorrere. Da un po' di tempo sembra che abbiamo perso la capacità di saper prendere decisioni nette, precise, definitive. Ci piace sempre più lasciarci un CASOMAI alle spalle, una sorta di porta aperta davanti alle eventualità della vita. Non che questo sia sbagliato, ma ha trasformato l'eventuale in una regola, o meglio ancora in una filosofia. Allora mi piacerebbe girare l'eventualità di questa filosofia e dire: CASOMAI vi riconosceste in questo film…Insomma invitare alla riflessione".
Non è poco per un film tutto italiano, che, alla faccia di tante "americanate" , e di tanti "Natali sul Nilo" e "vanzinate" varie, ha sbancato anche al botteghino.