Matrix
Matrix è un film a cui si può imputare il torto di essere bello. La bellezza di Matrix infatti costituisce il limite alla sua stessa comprensione. Considerato il primo film veramente nuovo del terzo millennio Matrix ha condizionato la moda, la pubblicità, il fumetto...volete che non abbia condizionato il modo di pensare? E qui sta il punto. E' importante capire da quale pensiero nasce un film che influenza in tal maniera il pensiero. Penso che tutti abbiamo il desiderio di essere liberi (e liberati) dai condizionamenti del nostro pensiero, e subito approviamo chi ci richiama a questo nostro diritto fondamentale (compreso chi in questo momento sta scrivendo); ma proprio per questo è più facile essere ingannati da una sceneggiatura, come quella di Matrix, che si propone appunto di suscitare il dubbio sul pensiero...intento nobile, ma che può essere pericoloso quando il dubbio sul pensiero diventa metodico, cioè quando l'unica realtà proposta è il dubbio se essa esista veramente, con la conclusione, tipicamente cartesiana, che alla fine ciò che conta è che esista il pensiero (Cartesio la chiamava res cogitans), anzi, ed è questo postcartesiano, la forza del pensiero. E' a questo punto che il pensiero occidentale cartesiano, incorniciato dentro il mito nitschiano del super uomo divinizzato, si incontra con la gnosi antichissima di matrice orientale, che attraversa il mondo greco ellenistico, il cristianesimo delle origini, le culture religiose orientali dello Zen, del Buddismo, e di tutte quelle che stanno alla base del combattimento libero di Karate, Kung Fu, etc. La Gnosi di ogni tempo separa la materia e lo spirito, tutto a discapito della materia. Ebbene, Matrix ci sembra una splendida sintesi iconografica di tutti questi elementi che trasbortano il film dalla sua caratteristica epidermica di thriller action movie, a film dalle forti connotazioni religiose. Ciò che Cartesio lasciava a metà, e cioè il pensare che la realtà, se esiste, è il mondo che vediamo e tocchiamo in noi e attorno a noi (res extensa) Matrix lo porta alle sue estreme conseguenze, portando la materia, la corporeita, il cosmo, dentro il pensiero stesso, rendendoli per dir così intercambiabili. E il pensiero nonè più quello dei filosofi, ma dei computer, il pensiero dell'uomo digitale, da intendere, nel film, alla lettera. Ciò che un film come The Truman Show applicava alla realtà mediatica, insinuando che la nostra vita possa essere falsificata dalla televisione e che sia in realtà il set di una soap opera, Matrix lo porta al livello cosmico della radice stessa del nostro essere; non significa Matrix proprio Matrice, Origine?
Ebbene Matrix nel film è il programma del Computer Universale dentro cui si svolge la vita degli umani, i quali non sanno che tutto ciò che mangiano, toccano, è prodotto da Matrix per lasciarli nell'illusione della realtà. Il tema dell'illusione è chiaramente orientale, pensiamo al velo di Maia del buddismo. Alcuni, però, alla cui testa c'è Morpheus, si sono liberati di questa illusione e hanno smascherato l'inganno di Matrix.
Essi vivono nascosti in una navicella digitale che può essere raggiunta....attraverso un collegamento internet, cioè attraverso una chiamata telefonica. A questo punto le due realtà, quella reale e quella virtuale, si sono sostituite l'una all'altra. Ma se la vera realtà è quella digitale, virtuale, cioè quella degli eroi che combattono Matrix, possiamo noi dire che essi sono gli unici esseri veri. Dobbiamo cioè ammettere che la loro virtualità sia l'unica vera realtà.
Il discorso sul piano della riflessione sembra complicato, ma è sul piano pratico che invece è destabilizzante. Il film infatti è la storia di Neo, che ha capito dell'esistenza di Matrix e viene introdotto nella virtualità di Morpheus per combatterla.
"Sono morto, dice Neo a Morpheus, appena giunto dentro la navicella Nabucodonosor in cui si trovano i ribelli" "Tutto l'opposto" gli dice Morpheus.
E' in questa nuova vita che ha scelto liberamente (nel film la pillola rossa), e a cui viene iniziato con una specie di battesimo di rinascita "digitale", che Neo inizia il suo combattimento "spiritualdigitale". La vittoria potrà avvenire solo attraverso la forza del suo pensiero, la sua piena autocoscienza o illuminazione (altro concetto gnostico Zen), che gli darà il pieno controllo di sé e la forza di un "dio" (Neo, è infatti, l'Eletto). Infine così il mito del superuomo coincide con il controllo del pensiero di matrice gnostica.