Oltre il giardino
Il film racconta la storia di Chance, un uomo che, analfabeta e inesistente persino per i registri dell'efficientissimo governo americano, è costretto a lasciare, dopo la morte del suo datore di lavoro, il "vecchio", la casa nella quale ha da sempre vissuto. Abbandona così l'unica sua compagna, la televisione e l'unico suo spazio vitale, ovvero l'orticello che da sempre egli ha coltivato, per dirigersi al di là del muro di cinta di quella casa, dove non sa (né si pone il problema di sapere) cosa gli succederà. "Oltre il giardino".Scheda
Chance "il giardiniere" è forse il più ingenuo tra gli uomini contemporanei. Così ingenuo e semplice che lo spettatore, in ogni momento del film, può aspettarsi da lui qualsiasi cosa. Magari una battuta ingenua, oppure un accadimento che lo turbi.
Chance, molto semplicemente, esiste!
Basato sulla novella dello scrittore Jerzy Kosinski, morto suicida, il personaggio del "giardiniere mediatizzato" mostra tutte le contraddizioni della società statunitense contemporanea.
Ragion per cui, quasi come uno specchio, o meglio forse, come uno schermo televisivo ideale, Chance riflette sulla gente che incontra l'immagine sublimata di se stessi. È per questa sua qualità, che Chance può entrare nel mondo americano che conta. Accolto da una famiglia ricchissima, parla e consiglia il Presidente, diventa un teorico dell'economia e fa invaghire tutti di sé (diplomatici, donne, uomini...).
Se è vero che nessun uomo è un' isola, e che l'uomo è costitutivamente aperto alle relazioni, Chance è proprio quell'"altro" che ognuno vorrebbe trovarsi di fronte. Lui c'è dove ognuno vorrebbe trovarlo.
Nella versione originale, il romanzo di Kosinski prima (incomprensibilmente tradotto in italiano con il titolo "Presenze"), e il film poi, portano un titolo che appare programmatico: Being There (Esserci).
Dagli anni 80 in poi, il personaggio uscito dalla penna di Kosinski, è diventato emblematico degli effetti dei media sugli uomini. Tanto che molti studiosi lo hanno preso a pretesto per motivi pedagogici e anche per argomentare filosoficamente. Chance è, dovunque, citatissimo. Due anni fa anche Max Gazzè lo ha utilizzato per realizzare il video del suo pezzo intitolato, guarda caso, "Non era previsto".
L'Esserci di Chance-Peter Sellers è stato nuovamente chiamato in causa a proposito dell'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre del 2001. Questo evento ha infatti svelato il puro esserci di milioni di spettatori davanti allatelevisione, ha svelato il disegno funesto dei poteri terroristici, ma anche delle mediatiche democrazie occidentali; in quell'evento infatti chi era a Manhattan sotto le Torri Gemelle, paradossalmente ha visto una parte dell'evento, perché l'evento era la diretta televisiva che gli attentatori sapevano, e volevano, che fosse lo spettacolo offerto a milioni di spettatori nel mondo, nello stesso momento, su tutti i canali televisivi principali.
Chi era sotto le Torri ha dovuto vedere l'evento, così come era stato preparato, in differita. La fiction televisiva era la realtà, mentre ciò che era accaduto veramente, era stato il suo pretesto. L'esserci di tutti era un puro accadimento voluto da altri e subito con tutta la necessità emotiva di vederlo. Esattamente ciò che accade a tutti quando parlano con Chance, si sentono davanti a un evento che è stato preparato per loro, ne subiscono tutto il fascino senza accorgersi di essere in realtà manovrati da una manifestazione di ciò che c'è solo nel suo esserci, non nel suo essere.
Ancora Chance ha suscitato dibattiti sul rapporto tra bambini e televisione. Ecco una interessante riflessione di Maria Parsi: "Chance è ingenuo come un bambino. Anzi, è un bambino mai nato perchè quel palazzo è stato per lui un contenitore, un grembo nel quale è rimasto chiuso per 50 anni come per una sorta di vita intrauterina mai interrotta. Chance è cresciuto da solo ed ha imparato a muoversi, a mangiare, a parlare guardando la TV. Sta sempre davanti alla televisione, fa tutto quello che vede fare in televisione. E' sempre solo con in mano il telecomando.
E cambia canale per cambiare cose da fare, da dire, da mangiare. Imita ogni cosa che vede fare nella "scatola delle immagini".
E la televisione è la sua maestra. Quando, poi, non sta davanti alla televisione ad imitarla, Chance è in giardino a fare il giardiniere.
Quello è il suo contatto con la natura. Un contatto che lo salva. Infatti, quando Chance, alla morte del suo protettore, viene messo fuori del palazzo e deve affrontare il mondo "oltre il giardino", sarà proprio utilizzando il linguaggio del giardiniere , il linguaggio del mondo della natura (fioritura, potatura, semina, raccolta, ritmo delle stagioni, grandine, tempeste ecc.), un linguaggio "profetico", quanto basta per mettere in crisi gli uomini di potere, a consentirgli di fare la sua parte nel mondo "oltre il giardino" ed ,anzi ,di ritagliarsi un ruolo decisivo come saggio.
Si potrebbe augurare ai bambini di oggi, catturati da una TV che essi non hanno ancora "addomesticato" (come auspica che essi facciano, il Dott. Alberto Pellai, nel suo libro "Il bambino che addomesticò i televisore") e che, anzi, li ha"addomesticati" ed ,ancora di più, in verità, "ha addomesticato" i loro genitori, di superare la "sindrome del bambino televisivo" e distaccarsi dalla Tv per recuperare, nel rapporto con la natura, con il gioco, con il sapere, con gli altri, la loro possibilità di crescere e di svilupparsi armonicamente. Senza che la loro fantasia, la loro creatività, i loro progetti, le loro scoperte, la loro esigenza di ricercare e di sperimentare, vengano fagocitate da una Tv, perennemente accesa."